giovedì 23 aprile 2015

Da Priscilla. Poca forma, molta sostanza.

Bene. Oggi sono gasata a mille perché vorrei parlarvi di un locale brutto quanto Simona Ventura senza trucco, ma rozzamente genuino.

Il buongiorno si vede dal mattino.
 
È stato il primo "ristorante" in cui ci ho portato il moroso...un primo appuntamento per fargli subito capire che io le gallette di mais le uso come sottobicchieri.
Quindi, donne dalla grande bellezza, estete fino al mignolo, che vi nutrite a ciuffi di insalata, questo non è il ristorante che fa per voi. Potete anche andare a mettervi lo smalto...Che oggi parliamo della trattoria Da Priscilla.
Un locale che cozza completamente con il contesto in cui si trova...l'Appia Antica. Uno scenario incredibilmente affascinante, dove si respira l'aria di una Roma potente e antica...E trovarsi di fronte ad un ristorante molto spartano e caruccio come un pedicello al centro della fronte, diciamo che fa strano. Ecco.

Tiè, anvedi che robetta.

Però, se si chiudono gli occhi, e ci si affida solamente al palato, si avranno grandi soddisfazioni. 
Perché, anche se il locale esteticamente lascia molto a desiderare, è rimasto praticamente uguale ai tempi in cui le spalline si usavano pure per andare a dormire e i pelazzi sotto le ascelle erano segno di femminilità, (e lasciate perdere il bagno, che si trova per giunta fuori dal ristorante, la pipì fatela prima di uscire), il cibo è cucinato bene.
Ovviamente non stiamo parlando di nouvelle cousine e chef stellati, ma di piatti romani genuini e buoni.
Intanto vi consiglio di saltare a piè pari gli antipasti, che tanto appena vi sedete vi portano così per gradire una bruschetta al pomodoro, e di dedicarvi ai primi. 
Io prendo sempre tonnarelli cacio e pepe o le pappardelle al cinghiale.
Entrambi deliziosi. 
E finalmente una cacio e pepe degna di nota!

Il mio antidepressivo preferito.

Con una buona mantecatura e una cremina da sciogliermi il cuore. Altro che quell'acquetta da tonnarello lesso. Qui non vedi l'ora di finire la pasta per poter concludere con una sana e goduriosa scarpetta.

Pure le pappardelle al cinghiale fanno la loro porca figura.

Così buono che lo senti grugnire.

Anche se sono in bianco (e io le preferisco col sughetto), gli ingredienti sono ben bilanciati e le bacche di ginepro e i chiodi di garofano non la fanno da padrone sulla ciccia. Sono belli saporiti ma al tempo stesso leggeri. Se po fa eccome.

Per non parlare dei secondi che sono un tuffo nel passato e nella classica cucina romana. C'è l'imbarazzo della scelta, tra trippa, polpette al limone, straccetti, pollo alla romana, punta di vitello...tutti molto buoni.

Giuro che le polpette sò arrivate intere.
Da Priscilla ti sembra di stare a casa, magari non a casa tua, ma a quella di tua nonna sì. 
Perchè sarà che io tutte le sere a cena benedico il Dio Findus e chi lo ha creato e trovarmi di fronte a questi sapori mi intenerisce. 

Così, se anche voi siete degli amanti di piatti genuini e "rozzo" è il vostro secondo nome, questa è la trattoria in cui dovete andare anche perché ha un buon rapporto qualità/prezzo.
Magari non per una cena romantica o una proposta di matrimonio che noi femminucce siamo ancora delle sognatrici neh.

Annatece:
Via Appia Antica, 68
065136379