giovedì 3 ottobre 2013

Laboratorio 3. Sconsigliato a papille snob.

Allora, se non conoscete questo locale correte subito in un angolo a ripetere fino all'alba come un mantra "Papilla pietà, ma sono stata accecata dal dio Snob (o dal dio Pantofolaio, dipende dalla vostra natura)". Dopodiché fate la giravolta, fatela un'altra volta, guardate in su, guardate in giù, datevi uno schiaffo e pure di più.

...Fatto?

Bene.

Perché non si può essere di Roma e ignorare Laboratorio 3. E' come dire son cresciuta negli anni '80, ma non ho mai visto una cazzo di puntata de "I ragazzi della 3a C", de "I ragazzi del muretto", di quei manzi dei ragazzi di Beverly Hills 90210.
Sareste emarginate e reietti a vita senza distinzione di sesso.
Comunque, non è mai troppo tardi per rimediare.
Ora state tutti calmi, che lo so che leggendo il nome la vostra fantasia avrà preso già il volo verso chissà quali laboratori culinari, chissà quali piatti supercreativi, chissà quali chef pluripremiati. E invece col piffero, perché anche se il suo nome vi potrà trarre in inganno come gli ultra pushup superimbottiti da maggiorata che usate anche per fare le pulizie dove sotto il reggiseno niente, Laboratorio 3 non è un ristorante, no no... è una pizzeria. Una semplice pizzeria romana in zona Tiburtina, non napoletana o metà e metà, niente pizze gourmet né lievito madre, padre e spirito santo. Ma troverete una leggera e buona pizza a sottiletta.

Il locale è spartano, semplice, con un'area all'aperto per l'estate, senza fronzoli, senza lavagne con le pizze del giorno, non segue nessuna moda o trend, possiamo tranquillamente dire che è pure bruttino. Ma che ce frega, tanto siam lì pe magnà na pizza in compagnia, mica pe fa tappezzeria. Quindi, sconsiglio di andarci vestiti di tutto punto come se foste appena usciti dal teatro dell'Opera, certo, se siete di quelli che indossano gli strass pure per andare al supermercato, allora alzo le mani e a Natale vi regalo il cofanetto di "Ma come ti vesti".
Comunque, l'unico grande neo, secondo me, di questa pizzeria è che non fanno nessun tipo di fritti, niente, manco na mozzarellina. Però, al posto dei supplì, si possono prendere i goduriosi arrosticini e le bruschette. Io mi apro sempre lo stomaco con una decina di arrosticini e una bruschetta al mascarpone e salsiccia. Non posso dire che la bruschettazza sia strepitosa (la salsiccia si percepisce moooolto poco), ma nel contesto ce po sta.
Come pizza adoro la margherita con salsiccia e 'nduja. Che dire... mangiare questa pizza è na gioia, mi fa sentire più felice di una svendita da Gucci.
Buona, per nulla biscottata anzi, leggerissima che me ne mangerei due in stecca se non fosse che c'ho un giro vita da mantenere e un intestino che non va molto d'accordo con il piccante.
Come dolce un classico tartufo nero affogato al caffè, buono senza troppe presente, e per favorire la digestione, un amaro. Ma non un bicchierino, qui ti lasciano tutta la bottiglia sul tavolo. Ovvio che non è un amaro coicontrocazzi, ma il suo sporco dovere da stura lavandino lo fa alla grande.
In conclusione, questa pizzeria io la stra consiglio, perché è buona, il personale è gentile ed è super economica. Con 15/17 euro torni a casa con la panza piena e l'animo allegro.
Ce state ancora a pensà?

Colonna sonora: Elogio der faciolo.

Annatece:
Via di Pietralata, 180 - Roma
Il telefono non serve, tanto non accettano prenotazioni.

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